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Oggi è la Giornata Mondiale dell'Alzheimer, patologia neurodegenerativa che colpisce 46,8 milioni di persone in tutto il mondo e causa più comune di demenza. L'Alzheimer si caratterizza per la perdita progressiva delle funzioni cognitive con un interessamento iniziale dell'area della memoria fino a coinvolgere quasi tutta la corteccia cerebrale. Nella lotta contro l'Alzheimer la scienza è impegnata da un duplice punto di vista: quello della diagnosi precoce e quello della cura.
Le ultime novità provengono proprio da uno studio italiano dell’università di Bari che ha elaborato una tecnica basata sull’analisi delle risonanze al cervello e che utilizzal’intelligenza artificiale. Con questo metodo è possibile diagnosticare l’Alzheimer dieci anni prima rispetto a quanto avviene attualmente. Il tutto si basa su un algoritmo che analizza le risonanze del cervello dei pazienti. “L’intelligenza artificiale — scrivono gli autori guidati da Nicola Amoroso e Marianna La Rocca — è riuscita a distinguere un cervello sano da uno con l’Alzheimer con un’accuratezza dell’86%, ed è anche stata in grado di dire la differenza tra cervelli sani e quelli con disabilità lieve con un’accuratezza dell’84%". Una volta perfezionata, la tecnica non invasiva ed economica, sarà ancora più semplice e permetterà di fare screening più capillari.