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Gli cambiano la pelle e gli salvano la vita


Chi soffre di epidermolisi bollosa giunzionale viene chiamato bambino farfalla perché la sua pelle è fragile come le ali dell’insetto. Come il piccolo Hassan, un siriano di nove anni al quale nel 2005 è stato effettuato un trapianto di pelle coltivata in laboratorio nel Centro di Medicina rigenerativa “Stefano Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia.Si è trattato del primo intervento salvavita di terapia genica con cellule staminali epidermiche geneticamente corrette. Intervento oggi decritto in uni studio pubblicato sulla rivista Nature. Il piccolo aveva perso l’80% della pelle e i medici gli avevano indotto il coma farmacologico per rendere sopportabili i dolori dovuti alla perdita della cute e alle infezioni.

“Oggi il bimbo sta bene – ha detto il professor Michele De Luca, direttore del centro emiliano -. La sua pelle è stabile e ha già avuto più cicli di rinnovamento”. Le cellule erano state prelevate da un’area del corpo del bambino nella quale non c’erano le vesciche tipiche della malattia. Dopodiché, sono state modificate trasferendo al loro interno la forma non mutata del gene Lamb3, la cui alterazione scatena l’epidermolisi bollosa. Le cellule sono state allora coltivate in modo per ottenere lembi di pelle di dimensioni comprese fra 50 e 150 centimetri quadrati, poi trapiantati nel bambino.

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