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Pubblicato il 19/05/2022
Il vaiolo delle scimmie definito anche come monkeypox e poxvirus è definito dai testi di medicina come una malattia rara e tipicamente limitata all’Africa.
Purtroppo, negli ultimi giorni sono stati segnalati diversi casi in Europa, negli Stati uniti ed in Canada che hanno aumentato il livello di attenzione sia della comunità scientifica che della popolazione.
Il poxvirus è una forma di vaiolo correlato al vaiolo umano e provoca una malattia simile ma più lieve. Nonostante il nome faccia riferimento alle scimmie, il serbatoio del virus sembra che sia presente nei piccoli roditori come gli scoiattoli presenti in Africa occidentale e centrale.
Fino ad oggi, la malattia veniva trasferita all’uomo molto raramente, in occasione di epidemie e limitatamente ad alcuni stati africani come Congo, Nigeria, Liberia, Sierra Leone.
Come per altri virus trasmessi dall’animale all’uomo le cause sono da ritrovarsi in Africa nell’invasione di habitat dove ci sono animali portatori del virus. Una concausa si pensa sia dovuto alla cessazione della vaccinazione contro il vaiolo negli anni ’80.
Dopo un periodo di incubazione che dura dai 5 ai 21 giorni, compaiono i sintomi simil-influenzali: febbre, mal di testa, dolori muscolari e alle ossa ed eruzioni cutanee a grappolo simili a quelle del vaiolo umano. Il paziente avverte prurito e dolore a livello delle lesioni della pelle.
Tra umani la malattia virale si trasmette per via respiratoria e dal contatto con lesioni cutanee infette e il contatto con oggetti contaminati. Sono stati osservati in Europa un maggior numero di caso tra gli omosessuali e si ritiene che sia dovuto al contatto durante il sesso.
Di solito la malattia guarisce spontaneamente in 2-3 settimane con la remissione dei sintomi.
Tuttavia i dati dell’OMS sono variabili, analizzando i dati di diversi paesi africani vanno dall’1% e possono arrivare fino al 10%.
Anche i bambini sono a rischio e possono esserci complicanze durante la gravidanza, con trasmissione del virus al nascituro.
Un vaccino è stato approvato nel 2019 ed è chiama MVA-BN, ma non è ampiamente disponibile a tutta la popolazione mondo.
Chi ha effettuato il vaccino del vaiolo, quindi gli over 50 in Italia, sono protetti dal virus. Chi invece non ha effettuato la vaccinazione contro il vaiolo, risulta scoperto e pertanto un soggetto a rischio di infezione
Un farmaco antivirale è stato nel 2022 approvato da FDA e si chiama tecovirimat. Anche i farmaci antivirali cidofovir o brincidofovir risulterebbero efficaci