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E' semplicemente una questione temporale, nel senso che la diagnosi della sindrome di solito avviene dopo l'iniezione contro morbillo, parotite e rosolia ma questo non significa che vi sia una relazione di causa ed effetto. E' quanto ha stabilito la corte d'Appello di Bologna ribaltando una celebre e discussa sentenza del 2012 in cui il giudice del lavoro di Rimini aveva riconosciuto il risarcimento ad una coppia il cui bambino era stato vaccinato dalla Asl nel 2002 e successivamente aveva avuto una diagnosi di autismo.
Nell'appello fatto dal ministero della Sanità (condannato in primo grado a pagare 200mila euro) un consulente tecnico nominato d'ufficio ha segnalato che gli studi che dimostrano la relazione fra vaccini e autismo “sono irrilevanti" e “smentiti dalla comunità scientifica".
La sentenza del 2012 era considerata una decisione storica e molti gruppi antivaccini la avevano considerata come pietra miliare, così come diversi giudici l'avevano tenuta in considerazione nelle loro pronunce. Ma non è finita qui: la coppia ha già annunciato ricorso in Cassazione.