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Potrebbe essere un deciso passo avanti nella cura dei tumori, soprattutto potrebbe eliminare o ridurre di molto gli effetti deleteri della chemioterapia. Si tratta di una risonanza magnetica speciale che, a partire da aprile e per i prossimi tre anni, entrerà in funzione in via sperimentale all'Irst, Istituto scientifico romagnolo per la cura dei tumori di Meldola, in provincia di Forlì. Il macchinario per la risonanza è accoppiato ad un altro che emette ultrasuoni ad altissima intensità focalizzandoli in un punto in modo da 'bruciare' con precisione le cellule maligne, in modo non invasivo e con l'assenza quasi totale di effetti collaterali.
Questo strumento, denominato Rm 3Tesla con sistema Hifu (High-Intensity Focused Ultrasound), riesce ad individuare tumori anche di un solo millimetro rispetto alle macchine standard che in genere si fermano ad una dimensione di cinque millimetri. Quindi più accuratezza e velocità nella diagnosi e una maggiore affidabilità per l'analisi dei tessuti, compresi quelli molli. “Un trattamento all'avanguardia non solo in Italia ma in Europa - precisa Dino Amadori, direttore scientifico dell'Irst - non invasivo, più tollerabile e senza gli effetti collaterali negativi della chemio e della radioterapia".