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Come aumentare il testosterone con l’alimentazione

Pubblicato il 02/03/2023


Disporre di livelli di testosterone nei limiti norma, migliora il benessere psico fisico, riduce il rischio di patologie croniche e degenerative e facilità l’attività sessuale.

I livelli di testosterone diminuiscono con l’età e pertanto tra il 30% ed il 50% degli uomini con età superiore ai 65 anni presentano livelli di testosterone più bassi dei limiti della norma. Già intorno ai 50 anni, possiamo osservare circa il 30% della popolazione maschile con valori di testosterone basso:

  • Testosterone totale <350 ng/dl
  • Testosterone libero <6,5 ng/dl

I pazienti con valori di testosterone bassi, ossia al di sotto dei limiti della norma, sono uomini con ipogonadismo:

  • Ipogonadismo primario: legato ad un deficit della funzionalità testicolare che può derivare da alternazioni genetiche, orchiti, infarti testicolari, criptorchidismo.
  • Ipogonadismo secondario: quando è conseguente a problemi ipofisari, e LH basso, presente in caso di adenomi ipofisari, lesioni ipotalamiche, stress intenso e cronico, abuso di steroidi anabolizzanti, obesità.

Esiste poi una forma di ipogonadismo chiamato LOH (late onset Hypogonadism) che mostrano un testosterone basso ed LH basso, che non ha cause mediche conosciute ed è oggi comune a uomini di mezza età o anziani.

Gli effetti della carenza di testosterone

Un testosterone basso ha la capacità di incidere significativamente sullo stato di salute e sul benessere generale dell’uomo.
Una carenza di testosterone provoca:

  • Affaticamento
  • Depressione
  • Nervosismo e ansietà
  • Difficoltà di concentrazione
  • Aumento del colesterolo
  • Rischio di sviluppo di malattie cardiovascolari
  • Perdita della libido
  • Disfunzione erettile
  • Aumento del peso corporeo e del grasso addominale
  • Peggioramento della sensibilità insulinica
  • Perdita di forza e tono muscolare
  • Diminuzione della capacità lavorativa
  • Sarcopenia
  • Diminuzione della densità ossea
  • Testosterone e alimentazione

La dieta per aumentare il testosterone

Un approccio nutrizionale corretto ha mostrato di poter aumentare i livelli di testosterone del 15%/30%, in soggetti giovani fino all’età di 40 anni. In uomini più anziani, purtroppo alimentazione e stile di vita, spesso non sono sufficienti per portare i livelli di testosterone a livelli sufficienti.

In un soggetto sano un apporto calorico sufficiente è spesso utile per una ottimale produzione di testosterone, cosi come un digiuno di 5 giorni, può portare ad una diminuzione dei livelli di testosterone del 50%.

Viceversa una dieta che prevede un apporto calorico minore del 20%, non porta alcuna variazione dei livelli di testosterone, viceversa una dieta drastica può portare una diminuzione significativa.

La dieta di un soggetto sano, dovrebbe prevedere un apporto calorico del 50% di carboidrati, 20% di proteine e 30% di grassi saturi e monoinsaturi e ridotta per le fibre alimentari.

Carboidrati: I carboidrati sono essenziali per mantenere i livelli di testosterone. I carboidrati raffinati, nonché gli zuccheri devono essere evitati in quanto hanno un effetto negativo sul testosterone.

I grassi sono molto importanti in quanto abbassano le SHBG, le globuline leganti gli ormoni sessuali, prodotta dal fegato e capace di legare il testosterone, il DHT e gli estrogeni e capace di trasportare gli ormoni nel sangue in forma inattiva. Il livelli di SHBG, possono influenzare i livelli di testosterone nel sangue. I grassi ingeriti, non devono superare il 40% nel rapporto con carboidrati e proteine, viceversa possono produrre un calo del testosterone. Gli alimenti più utili sono il rosso dell’uovo, il burro e la carne di organo.

Mente gli omega 3 vegetali e l’acido alfa linoleico producono un abbassamento del testosterone, gli omega-3 DHA e EPA ne aumentano la produzione. L’olio di pesce, insieme con l’olio di oliva e di cocco, aumentano i livelli di testosterone attraverso una azione diretta a livello testicolare.

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In merito alle proteine, restando nella formula che prevede una quota non superiore al 20% nel rapporto con grassi e carboidrati, quelle migliori per sostenere i livelli di testosterone sono le proteine animali provenienti dalla carne.

Le fibre, rappresentano un serio problema per il testosterone, in quanto sono responsabili dell’eliminazione del testosterone glucoronato o solfato attraverso le feci. I soggetti che hanno una dieta a base di cibo integrale possono ridurre i valori di testosterone dal 20% al 40%.

L’alcool rappresenta l’alimento peggiore in quanto diminuisce la produzione del testosterone tramite l’inibizione del rilascio di LH.

Vitamine e minerali influenzano il testosterone?

Alcuni studi hanno dimostrato che una carenza di vitamina A, vitamina E e zinco, hanno prodotto livelli di testosterone inferiori del 10%/55%.

In particolare lo zinco, somministrato alla dose di 60 mg per 7 settimane, in uno studio ha aumentato i livelli di testosterone in modo significativo e migliorato il numero di spermatozoi (da 8 milioni a 20 milioni)

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Gli integratori di vitamina A e zinco possono essere dosati a 50.000 UI – 100.000 UI e 25 – 50 mg al giorno.

La vitamina D, ha dimostrato in uno studio condotto su 200 pazienti sani ed in sovrappeso, con un dosaggio di 3300 UI, ha innalzato i valori di testosterone libero, totale e bioattivo. Sembrerebbe che la vitamina D, funzioni solo se i livelli di LH sono normali.

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Il magnesio, non influenza i livelli di testosterone, ma è capace di aumentare i livelli di testosterone circolante riducendo il legame con la SHGB.

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L’acetilcarnitina, grazie al sua capacità di superare la barriera ematoencefalica, stimola la produzione di dopamina e di testosterone.

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Uno studio ha paragonato l’assunzione di testosterone undecanoato alla dose di 160 mg/die con l’assunzione di 2 grammi di acetil-L-carnitina più 2 grammi di proprionil-L-carnitina, dimostrando che la L-carnitina è in grado di migliorare i sintomi di disfunzione sessuale, depressione e fatica, allo stesso modo del testosterone, senza indurre effetti collaterali.

In condizioni di stress protratto la L-acetil-carnitina è in grado di prevenire l’abbassamento dei valori di LH. Per questo tipo di attività è consigliabile l’uso in soggetti con età superiore ai 50 anni, quando la produzione endogena di carnitina si abbassa.

Le piante medicinali aumentano il testosterone?

Purtroppo no, nessun estratto vegetale, ha dimostrato di poter intervenire sui livelli di androgeni nel sangue. Alcune piante medicinali, possiedono proprietà adattogene, che mimano l’attività del testosterone, ma non influenzano i livelli: queste sono la maca, il ginseng, l’ashwganda, il tribulus e la muira puama.

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