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A 40 anni infelici (ma poi passa)


Qual è il segreto della felicità? Se finora filosofi, sociologi e religiosi non hanno dato risposte certe ed esaustive, qualcuno ci prova con l’approccio scientifico: è la Kyoto university. Secondo i ricercatori dell’ateneo giapponese la “quantità” di felicità che si prova potrebbe dipendere dalle dimensioni di una piccola area del cervello chiamata precuneo, situata all’apice del cranio, nei lobi parietali. E’ una banale questione di dimensioni: più grande è il precuneo più grande è la felicità. Sempre secondo gli studiosi nipponici, la meditazione aiuterebbe ad aumentare la materia grigia del precuneo.

Altri scienziati, un team composto da ricercatori dell’Università di Melbourne (Australia) e della University of Warwick di Coventry (Regno Unito), hanno appena pubblicato una ricerca – ben 50mila le persone di varie nazionalità coinvolte – che dimostra l’infelicità dei quarantenni: la gioia che si sperimenta da bambini tende a decrescere con il passare degli anni, fino a raggiungere il punto più basso intorno ai 40 anni. Poi comincia a risalire, fino a toccare il culmine intorno ai 70 anni. Le differenze fra culture, religione e sesso sarebbero minime: tutto dipenderebbe dall’età. Insomma, per i quarantenni basterebbe non deprimersi e tenere duro: dopo andrà sicuramente meglio.

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