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Il caso non c'entra proprio niente: il diffondersi dei tumori dipende dai cattivi stili di vita. Da quello che mangiamo e beviamo, da quello che respiriamo. A dare un calcio (definitivo?) alla teoria della ‘cattiva sorte' (in sostanza, il cancro sarebbe una questione di sfortuna) è uno studio dell'università Stony Brook di New York, pubblicato sulla rivista Nature.
La ricerca evidenza che nel 90% dei casi non sono mutazioni cellulari casuali a determinare la malattia ma le abitudini quotidiane assieme all'ambiente di vita. E, per la precisione: inquinamento, eccessiva esposizione al sole, troppo alcol e fumo. Fattori ambientali più che genetici, dunque. Una riprova sarebbe l'immigrazione: coloro che arrivano da Paesi (poveri) a basso rischio cancro, alla fine si ammalano con la stessa frequenza degli abitanti dei Paesi (ricchi) che li ospitano. Questo vale soprattutto per i tumori dell'intestino, della pelle e della testa e del collo.