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Pessime notizie dalla sanità italiana. C'è da rabbrividire ad ascoltare le cifre fornite ieri dalle autorità: altro che pazienti, il grande malato è proprio la sanità stessa. Burocrazia e tagli pubblici sono solo una parte del problema. La vera nota dolente è costituita da sprechi inefficienze e corruzione che, secondo i dati governativi, complessivamente ci costano 23,6 milioni di euro ogni anno. Un’enormità, una voragine che ha portato il presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, Raffaele Cantone, a dichiarare: “La sanità, per l’enorme giro di affari che ha intorno e per il fatto che anche in tempi di crisi è un settore che non può essere sottovalutato, è il terreno di scorribanda da parte di delinquenti di ogni risma”.
Parole pesanti pronunciate in occasione della presentazione del rapporto di Transparency Italia, Censis e Ispe-Sanità in occasione della prima giornata nazionale contro la corruzione in sanità. La corruzione, appunto. Il costo sociale, secondo Cantone, è da stimare in circa 6 miliardi di euro l’anno. In particolare dall’indagine è emerso che negli ultimi cinque anni in una Asl su tre ci sono state tangenti. I settori dove si ‘arraffa’ di più sono: le liste d’attesa, l’attività intramoenia (l’attività libero professionale dei medici che lavorano in Asl e ospedali pubblici) fino a arrivare alle aziende farmaceutiche e agli appalti per la fornitura di beni e servizi, comprese le camere mortuarie.