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I medici sbagliarono e ora dovranno pagare per le sue sofferenze psichiche. Il caso è di un uomo a cui nel 2010 una struttura ospedaliera di Milano erroneamente diagnosticò un tumore, un adenocarcinoma infiltrante. Una diagnosi che lasciava poche speranze di vita: come riportano i media locali l'uomo infatti cadde in una profonda prostrazione psico-fisica salvo poi scoprire da nuovi esami che era affetto da una displasia, un anormale sviluppo cellulare di un organo.
Così la Corte d'Appello ha condannato l'ospedale a pagere 6.100 euro per danni patrimoniali e morali per il “turbamento dell’animo determinato dalla diagnosi erronea". Il medico aveva tentato di difendersi affermando che in ogni caso l'errore non aveva leso l'integrità fisica del paziente che, comunque, non è mai stato sottoposto ad alcun intervento chirurgico. I magistrati però hanno replicato che era stato leso “il diritto alla salute nella sua più ampia accezione, come diritto al benessere psico-fisico". La sofferenza è stata dunque quantificata in poco più di 6mila euro.