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I magistrati dovranno stabilire se si è trattato di una complicazione inevitabile o di un vero e proprio errore medico. Quel che è certo è che in questa vicenda c'è una piccola vittima che, tramite la famiglia, chiede giustizia e i cui danni ancora non sono ben definiti. La vicenda, come raccontano i media locali, ha inizio due anni fa nel reparto di urologia dell’ospedale San Martino di Belluno dove il bambino, sei anni allora, viene ricoverato con una diagnosi di “fumosi serrata e pregressi episodi di balanopostiti recidivanti”. La soluzione è la circoncisione ma durante l’intervento oltre all’incisione circolare con il bisturi, il chirurgo avrebbe reciso anche la porzione apicale del glande. Un'evirazione parziale, in pratica. Il medico deve allora chiamare altri due colleghi in sala operatoria per poi intervenire con suturazioni e medicamenti, anche nei giorni successivi fino a quando a Padova non viene effettuato un intervento di ricostruzione per rimediare al danno della complicazione.
Un’odissea che secondo i legali della famiglia non si è ancora conclusa: il bimbo avrà bisogno di altre visite specialistiche dal momento che non è più capace di controllare la minzione e in futuro potrebbero esserci conseguenze anche sulla facoltà di generare e sulla funzione erettile con ricadute sull’equilibrio psico-fisico. Per questo la famiglia all’Usl di Belluno ha chiesto un risarcimento danni ancora non quantificato ma che si preannuncia corposo.