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Prima il secondo e poi il primo: il diabete si combatte (anche così). Per evitare che la glicemia salga troppo dopo un pasto si può invertire l'ordine dei piatti. A sperimentare l'efficacia di questa azione è stata una ricerca dell'Università di Pisa, presentata all'ultimo congresso della società italiana di diabetologia. Per quattro settimane 17 pazienti si sono prestati al test con risultati decisamente incoraggianti: gli esperti, hanno notato “una riduzione significativa della glicemia post-prandiale e un miglioramento nei valori dell'emoglobina glicata, il parametro più importante per giudicare il controllo metabolico".
Andrea Natali, direttore del laboratorio di Metabolismo, nutrizione ed arteriosclerosi, commenta: “Di recente avevamo dimostrato che nei pazienti con diabete un antipasto costituito da proteine e grassi fosse in grado di ridurre marcatamente l'entità dell'innalzamento glicemico prodotto dalla successiva ingestione di carboidrati e come questo avvenisse per un marcato rallentamento dello svuotamento gastrico (indotto dai grassi) e potenziamento della secrezione insulinica (indotta dalle proteine), successivamente, per sfruttare a fini terapeutici questa specie di 'pre-condizionamento' indotto dall'antipasto, senza però aumentare le calorie della giornata, abbiamo pensato che il modo più semplice fosse invertire la successione delle portate ai due pasti principali e i risultati confermano che assieme ai più classici interventi farmacologici e sullo stile di vita, che restano comunque insostituibili, anche l'inversione degli alimenti è una strategia semplice ed efficace per curare il diabete, soprattutto nelle fasi iniziali della malattia".