Maximulta da 5,2 milioni di euro da parte dell'Antitrust per la multinazionale farmaceutica sudafricana Aspen Pharmacare Holdings, colpevole di aver fissato prezzi iniqui con rincari fino al 1500% per farmaci antitumorali. La decisione dell’autorità garante della concorrenza e del mercato tecnicamente sanziona un abuso di posizione dominante sul mercato italiano dei farmaci oncoematologici.
Dopo aver acquistato da GlaxoSmithKline il pacchetto di farmaci antitumorali, Aspen ha fatto il bello e il cattivo tempo nel mercato dei prodotti salvavita e insostituibili per pazienti oncoematologici, soprattutto bambini e anziani. L’Antitrust chiarisce che grazie a questa politica aggressiva Aspen ha ottenuto elevatissimi incrementi di prezzo, compresi tra il 300% e il 1500% dei prezzi iniziali. “L’irragionevolezza della sproporzione tra prezzi e costi – spiega l’Antitrust – è risultata indicativa di prezzi iniqui anche alla luce di diversi fattori, di contesto e comportamentali, specifici del caso in esame, quali: il confronto intertemporale dei prezzi, l’assenza di giustificazioni economiche per l’aumento, l’assenza di qualsiasi beneficio di carattere extraeconomico per i pazienti, la natura dei farmaci Cosmos, le caratteristiche del gruppo Aspen e il danno arrecato al Servizio sanitario nazionale”.
L'associazione Altroconsumo che aveva segnalato il rincaro anomalo spiega: “Le conseguenze? Nel 2014 questi medicinali erano spariti dalle farmacie, per poi riapparire due mesi dopo a prezzi lievitati: per esempio Alkeran da 5,23 a 85,33 euro (+1630%), Leukeran da 7,13 a 90,20 euro (+1265%), Purinethol da 15,98 a 90,35 euro (+565%). Rincari che l’Agenzia del farmaco non avrebbe mai accettato, se non ci fosse stata la concreta minaccia di interruzione della fornitura diretta dei farmaci al mercato italiano”.