La malattia di La Peyronie è una condizione che colpisce il tessuto connettivo del pene, portando alla formazione di tessuto cicatriziale fibroso, noto come placca. Questa placca, a sua volta, causa una curvatura anomala del pene durante l'erezione. Sebbene possa sembrare una patologia imbarazzante e invalidante, è più comune di quanto si pensi e, fortunatamente, esistono diverse opzioni di trattamento, comprese le nuove cure che offrono risultati promettenti.
Cosa causa la malattia di La Peyronie?
Le cause esatte non sono ancora del tutto chiare, ma si ritiene che la condizione sia il risultato di microtraumi ripetuti al pene durante i rapporti sessuali o altre attività fisiche. Questi traumi, anche se non percepiti, possono innescare una risposta infiammatoria che porta alla formazione della cicatrice.
Altri fattori di rischio includono:
Predisposizione genetica: La malattia di La Peyronie può manifestarsi più facilmente se ci sono casi in famiglia.
Età: La prevalenza aumenta con l'avanzare dell'età.
Malattie autoimmuni: Alcune condizioni autoimmuni sono state associate a un rischio maggiore di sviluppare la patologia.
Interventi chirurgici: In rari casi, l'insorgenza della malattia può essere correlata a un intervento chirurgico nella zona pelvica o urologica.
I sintomi da riconoscere
I sintomi della malattia di La Peyronie possono variare da persona a persona e progrediscono in due fasi distinte:
Fase acuta o infiammatoria: È la fase iniziale e può durare dai 6 ai 18 mesi. Durante questo periodo, la placca si forma attivamente e il sintomo principale è il dolore durante l'erezione. La curvatura può iniziare a manifestarsi e il pene può presentare noduli palpabili.
Fase cronica o stabilizzata: In questa fase, il dolore di solito scompare, ma la placca fibrosa si è ormai stabilizzata e indurita. La curvatura del pene è consolidata e non progredisce ulteriormente. In questa fase, le opzioni di trattamento si concentrano sulla rimozione o sulla rottura della placca per ripristinare la normale funzionalità. La curvatura può rendere difficili o impossibili i rapporti sessuali, e in alcuni casi può essere associata a disfunzione erettile.
Terapie e nuove cure
Il trattamento della malattia di La Peyronie dipende dalla fase in cui si trova la condizione, dalla gravità dei sintomi e dall'impatto sulla qualità della vita del paziente.
Trattamenti conservativi:
Farmaci orali: In alcuni casi, possono essere prescritti farmaci come la vitamina E o il tamoxifene per cercare di ridurre la formazione della placca, anche se la loro efficacia non è sempre comprovata.
Iniezioni intralesionali: Consistono nell'iniezione di farmaci direttamente nella placca fibrosa. L'acido ialuronico, per esempio, è una delle nuove cure che si sta dimostrando efficace nel ridurre la placca e migliorare la curvatura, soprattutto nella fase acuta della malattia. Un altro farmaco, il collagenasi di Clostridium histolyticum, è stato specificamente approvato per questo scopo, agendo per rompere le fibre di collagene che compongono la placca.
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Terapia extracorporea a onde d'urto (ESWT): Questo trattamento non invasivo utilizza onde sonore per distruggere il tessuto fibroso e stimolare la guarigione, riducendo la placca e il dolore.
Gli integratori alimentari: Nella gestione della malattia di La Peyronie, gli integratori alimentari possono essere utilizzati come coadiuvanti nel trattamento terapeutico, specialmente nella fase iniziale della patologia. Non sono una cura risolutiva, ma possono contribuire a ridurre l'infiammazione e a rallentare la progressione dei sintomi. È fondamentale sottolineare che l'uso di questi integratori deve sempre avvenire sotto la supervisione di un medico specialista, come un urologo o andrologo.
Integratori e principi attivi più comuni
Diversi integratori formulati specificamente per la malattia di La Peyronie contengono una combinazione di ingredienti naturali che agiscono con diversi meccanismi d'azione:
Vitamina E: È un potente antiossidante che aiuta a proteggere le cellule dai danni causati dai radicali liberi. La Vitamina E può ostacolare la formazione di tessuto cicatriziale e ridurre l'infiammazione.
Propionil-L-carnitina e Acetil-L-carnitina: Questi composti agiscono come antiossidanti e sembrano contribuire a inibire la proliferazione dei fibroblasti, che sono le cellule responsabili della formazione della placca fibrosa.
Acido para-aminobenzoico (PABA): Questo acido è noto per la sua azione antifibrotica, e si ritiene che possa aumentare l'ossigenazione dei tessuti.
Mirtillo nero e Cranberry: Ricchi di antiossidanti, contribuiscono a migliorare la resistenza vascolare e a ridurre l'infiammazione.
Avocado e Soia: Gli estratti di queste piante sono spesso presenti negli integratori per le loro proprietà antiossidanti e di sostegno.
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Plicatura: È una procedura chirurgica che consiste nel raddrizzare il pene "tirando" il lato opposto alla placca, accorciando leggermente l'organo ma preservando l'erezione.
Innesti: Si rimuove la placca e si sostituisce il tessuto con un innesto, spesso di tessuto venoso o sintetico.
Impianto di protesi peniene: Questa è l'opzione finale per i casi più gravi in cui la malattia ha causato anche una disfunzione erettile significativa.
È fondamentale consultare un andrologo o un urologo specializzato in queste problematiche per una diagnosi corretta e per definire il piano terapeutico più adatto alle proprie esigenze. L'evoluzione della ricerca medica, con l'introduzione di nuove cure meno invasive, offre oggi prospettive migliori per i pazienti affetti da questa condizione.